AssoAmbiente

Circolari

2023/257/SAEC-EUR/FA

Lo scorso 5 ottobre 2023, il Parlamento Europeo, con 60 voti a favore, 10 contrari e 6 astensioni, ha adottato la propria risoluzione sulla proposta di direttiva che aggiorna la disciplina sul trattamento delle acque reflue urbane.

Si ricorda che la Commissione Europea aveva presentato una proposta di revisione della Direttiva (UE) 91/271 sul trattamento delle acque reflue urbane (v. circolare associativa n. 10 del 13.01.2023), al fine di allinearla meglio agli obiettivi politici dell'UE in materia di azione per il clima, economia circolare e riduzione dell'inquinamento. 

I parlamentari hanno pertanto adottato la loro posizione (v. allegato 1) sulle nuove norme per la raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque reflue urbane, apportando alcune modifiche alla proposta per garantire una migliore protezione all'ambiente e alla salute umana.

Tra gli emendamenti approvati segnaliamo in particolare:

  • l’attenzione riguardo l’importanza di riutilizzare le acque reflue trattate da tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, in particolare nelle aree soggette a stress idrico, nonché nei processi industriali e nei sistemi di teleriscaldamento e teleraffreddamento;
  • l’attuazione da parte degli Stati Membri di piani di risparmio e riutilizzo dell’acqua, a meno che non facciano già parte delle strategie nazionali per l’acqua;
  • il rafforzamento del monitoraggio di vari elementi all’ingresso e all’uscita (fanghi inclusi) degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, tra cui numerosi inquinanti, microplastiche e le cosiddette "sostanze chimiche per sempre" (sostanze polifluoroalchiliche o PFAS);
  • il rafforzamento del monitoraggio sulla presenza di vari parametri di salute pubblica nelle acque reflue (come il virus SARS-CoV-2 e le sue varianti, i virus dell'influenza, E-Coli, la legionella, la resistenza antimicrobica, nonché eventuali futuri agenti patogeni durante le emergenze di salute pubblica);
  • l’istituzione di un sistema di responsabilità estesa del produttore (EPR) per i prodotti farmaceutici e i prodotti cosmetici, che sono stati identificati come le principali fonti di microinquinanti nelle acque reflue urbane e richiedono un trattamento aggiuntivo. Inoltre si prevede che i regimi di responsabilità estesa del produttore possano essere integrati da finanziamenti nazionali per l'ammodernamento degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane al fine di evitare conseguenze indesiderate sulla disponibilità, l'accessibilità economica e l'accessibilità dei prodotti vitali, in particolare i medicinali.
  • l’ampliamento dell'ambito di applicazione dell'attuale direttiva per garantire che tutti gli agglomerati con più di 750 abitanti (anziché 1000) siano collegati a sistemi di raccolta delle acque reflue domestiche entro la fine del 2032;
  • l’aumento della quota di energie rinnovabili utilizzate dagli impianti di trattamento delle acque reflue (55% entro la fine del 2033; 75% entro la fine del 2036 e 100% entro la fine del 2040);
  • l’invito alla Commissione di proporre l'obbligo giuridico di installare filtri in microfibra per le nuove lavatrici a livello dell'UE entro il 31 dicembre 2027.
     

Diversi gli interventi anche sui fanghi da depurazione in merito alla cui gestione il Parlamento evidenzia che gli Stati membri:

  • dovranno definire “una rigorosa norma nazionale di qualità per l'ulteriore riutilizzo dei fanghi, in linea con la direttiva 86/278/CEE prevedendo requisiti supplementari sulle microplastiche, per garantire che il loro uso sia sicuro per la salute, in particolare in caso di ulteriore utilizzo in agricoltura”;
  • dovranno prendere in considerazione tutte le opzioni possibili per estrarre risorse preziose dai fanghi di depurazione e dalle acque reflue che sono sicure per la salute e l'ambiente, compresi il recupero e il riciclaggio del fosforo;
  • potranno adottare misure volte a incoraggiare l'acquisto di nutrienti recuperati dalle acque reflue urbane e dai fanghi (“mercato funzionale per il fosforo e l'azoto recuperati”);
  • per tutti gli agglomerati con oltre 10 000 a.e. prevedere monitoraggio per quanto riguarda la presenza di microinquinanti e microplastiche nei fanghi.
     

La FEAD, Federazione europea delle imprese della gestione dei rifiuti, ha provveduto a diramare il proprio comunicato stampa sul tema (v. allegato 2) definito insieme ai propri soci, tra cui Assoambiente, nel quale viene affermato che si accoglie con favore il voto sulla revisione ma che riguardo il futuro atto delegato sui requisiti per il recupero dei nutrienti deve essere collegato alla revisione della direttiva sui fanghi di depurazione.

» 09.10.2023
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