Come noto, l’articolo 11, primo comma, del decreto legislativo n. 36/2023, riprendendo analoga disposizione prevista nel previgente d. lgs. n. 50/2016 (Articolo 30, comma 4), prevede l’obbligo di applicare il contratto collettivo “leader” (ovvero quello sottoscritto dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative e specifico per le attività oggetto dell’appalto) al personale impiegato in appalti pubblici.
Il secondo comma dello stesso articolo 11 dispone, coerentemente, che nei bandi e gli inviti sia indicato il contratto collettivo da applicare sulla base di quanto sopra detto.
In parte contraddicendo tali principi, il terzo comma dell’articolo 11 concede alle aziende la possibilità di “indicare nella propria offerta il differente contratto collettivo da essi applicato, purché garantisca ai dipendenti le stesse tutele di quello indicato dalla stazione appaltante”; in tal caso l’ente committente dovrà acquisire una “dichiarazione di equivalenza delle tutele” con cui l’azienda dichiari che il diverso contratto collettivo applicato sia complessivamente equivalente a quello indicato in bando.
La dichiarazione di equivalenza sarà poi verificata dal committente sulla base dei principi previsti per la valutazione delle “offerte anormalmente basse” ai sensi dell’articolo 110 del Codice.
In tale quadro, le Associazioni Imprenditoriali e le Organizzazioni Sindacali di settore hanno sottoscritto l’allegata “Dichiarazione congiunta” relativa all’equivalenza delle tutele sussistenti tra il CCNL Assoambiente 6.12.2016 come rinnovato il 18.5.2022 e il CCNL Utilitalia 10.7.2016 come rinnovato il 18.5.2022, nelle more della pubblicazione ufficiale delle tabelle di costo del lavoro ai sensi dell’articolo 41, comma 13, del citato Codice degli Appalti Pubblici.
La dichiarazione può quindi essere utile alle aziende laddove in bandi di gara sia indicato, ai sensi dell’articolo 11, comma 2, uno dei due CCNL dei Servizi Ambientali e l’azienda applichi l’altro, potendo così utilizzare una interpretazione autentica delle Parti stipulanti sull’effettiva equivalenza tra i due contratti collettivi, che sono ormai effettivamente coincidenti per oltre il 99% dei costi retributivi e per quasi tutta la parte normativa.
La nota è stata inoltre già inviata all’ANCI affinchè ne abbia conoscenza e ne dia diffusione ai Comuni aderenti.