Si fa seguito alla circolare n. 61/2025 del 21 febbraio scorso e alla successiva n. 177 del 15 maggio con cui si era anticipata notizia del confronto in sede plenaria del 26 maggio.
In tale occasione, presente una folta delegazione sia di lavoratori che di aziende di tutte le Associazioni Datoriali di categoria, è quindi ripreso ufficialmente il negoziato per il rinnovo del CCNL 18.5.2022.
In premessa, i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali si sono soffermati in particolare sul periodo di tempo già passato dalla scadenza del CCNL e sulla necessità di una rapida conclusione del negoziato, entro l’estate; pur non attribuendo alla responsabilità delle sole Associazioni Datoriali i cinque mesi già passati, e confermando i passi avanti registrati in diversi incontri in sede ristretta su tematiche quali la revisione dell’Accordo sul diritto di sciopero e la revisione della classificazione del personale, le OO.SS. hanno manifestato indisponibilità ad un eventuale allungamento della vigenza contrattuale, che non potrà andare oltre il 31.12.2027 a completamento del triennio.
Ciò in quanto gli ultimi due accordi di rinnovo (18.5.2022 e, per quanto riguarda Assoambiente, 6.12.2016) hanno previsto, tra l’altro, anche una maggiore durata complessiva, in deroga alle disposizioni contrattuali in merito (in pratica due accordi di rinnovo hanno avuto una vigenza di oltre dieci anni).
Inoltre, sempre secondo le organizzazioni sindacali, l’accordo dovrà prevedere anche l’allineamento delle disposizioni che tuttora prevedono differenziazioni su alcuni istituti in relazione alla pregressa disciplina contrattuale di cui al CCNL 6.12.2016 o al CCNL 10.7.2016 stipulato da Utilitalia e, successivamente, dalle altre Associazioni Datoriali.
A seguire, le OO.SS. hanno esposto nuovamente i vari temi delle due piattaforme, soffermandosi in particolare su:
Salute e sicurezza sul lavoro: particolare accento sulla materia, con toni più o meno incisivi, è stato posto da tutti e quattro gli interventi delle rappresentanze sindacali. E’ stato sottolineato come sia le malattie professionali che gli infortuni sul lavoro, anche mortali in alcuni casi, non accennino a diminuire.
Le OO.SS. hanno rivendicato una tutela assicurativa in favore dei “preposti”, alla luce delle maggiori competenze attribuite a tale ruolo dal Legislatore con il decreto-legge n. 146/2021 poi convertito in legge n. 215/2021.
E’ stato quindi chiesto maggiore impegno delle aziende, in particolare attraverso un aumento dei permessi retribuiti per formazione.
Classificazione del personale: sottolineando ancora una volta il mancato adempimento dell’Accordo del 18.5.2022, e quindi l’erogazione dei 6 euro di aumento medio mensile ivi previsti (Paragrafo 1, Parte Economica, pagina 2 dell’Accordo 18.5.2022) e condizionati alla sottoscrizione della riforma della classificazione, gli interventi dei rappresentanti sindacali si sono soffermati a lungo sull’argomento.
Pur sottolineando come la Commissione tecnica bilaterale incaricata degli aspetti tecnici della riforma abbia lavorato a lungo e bene, le OO.SS. ritengono fondamentale che nel prossimo rinnovo sia individuata una soluzione per dirimere i contenziosi in merito, frutto a loro avviso della mancata manutenzione delle disposizioni contrattuali in materia di inquadramento, a causa delle Associazioni Datoriali che avrebbero unicamente pensato a comprimere verso il basso tutte le figure e le mansioni, con la conseguenza che oggi il settore registra difficoltà a reperire alcune professionalità specializzate, attratte da retribuzioni più alte verso altre tipologie di aziende; anche il livello “J”, secondo le OOSS dovrebbe essere reso più produttivo con attribuzione di altre mansioni e ovviamente con un adeguato incremento retributivo.
Inclusione generazionale e sociale: da parte sindacale è stata posta la necessità di allineare le differenze economiche e contrattuali presenti nel settore. Da un lato quindi hanno chiesto di eliminare alcune differenze tra lavoratori in relazione alla data di assunzione (ad esempio, i lavoratori assunti nel settore dopo l’1.1.2017 o l’1.2.2017 in base al precedente CCNL applicato non godono delle 30 o 34 ore di permessi retribuiti) e per altro verso hanno chiesto l’applicazione a tutti i dipendenti del CCNL Servizi Ambientali, anche nei casi di subappalti a cooperative sociali, alla luce di presunti abusi dello strumento in alcuni territori.
Parte economica: le OO.SS. hanno innanzitutto rivendicato l’applicazione della clausola contenuta nell’ultimo accordo di rinnovo (Paragrafo 1, Parte Economica, punto “d” a pagina 4 dell’Accordo 18.5.2022), che prevedeva come noto la confluenza sui minimi tabellari dell’importo pari a 15 euro mensili con riferimento al livello 3A, a titolo di compensazione dell’eventuale andamento inflattivo penalizzante per i lavoratori, con decorrenza luglio 2025. Ciò, secondo le OO.SS., come mero acconto di un recupero inflattivo ben più sostanzioso, che dovrà tenere conto della perdita del potere d’acquisto registratasi nel settore negli anni 2022 e 2023, in cui come noto l’inflazione è improvvisamente aumentata a causa delle ricadute post-pandemia nonché dei noti eventi bellici, a fronte di un accordo di rinnovo basato sui previgenti tassi inflattivi.
Pertanto la richiesta di incremento retributivo prevede, oltre alla confluenza nei minimi retributivi dei 15 euro sopra citati, anche il recupero dell’inflazione pregressa per gli anni 2022, 2023 e 2024, l’incremento dell’inflazione previsto per gli anni 2025, 2026 e 2027, e la copertura del periodo di vacanza contrattuale, da gennaio 2025 alla data della sottoscrizione dell’accordo, come di consueto, con un importo “una tantum”.
A sostegno delle proprie tesi, i rappresentanti sindacali hanno citato anche recenti accordi con cui sono stati rinnovati contratti collettivi nazionali in settori affini, e recanti aumenti retributivi in linea con le rivendicazioni da loro espresse.
Hanno inoltre dichiarato che dopo diversi rinnovi caratterizzati da concessioni importanti in favore delle aziende (hanno citato, tra l’altro, l’aumento dell’orario di lavoro, l’introduzione del livello “J”, la penalizzazione delle malattie brevi e reiterate, l’allungamento della durata dei contratti collettivi) questa tornata contrattuale dovrà prevedere adeguate compensazioni ai lavoratori.
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In sintesi, le Associazioni Datoriali hanno replicato unitariamente sottolineando che i mesi pregressi non sono passati invano poiché la discussione in ordine alla revisione dell’accordo sul diritto di sciopero sembra aver avvicinato significativamente le posizioni delle Parti, che potrebbero anche raggiungere un’ipotesi di accordo in occasione del prossimo confronto fissato per il 13 giugno p.v.
Fermo rimanendo, poi, che la maggiore durata dei due ultimi contratti collettivi è da imputare anche alla pandemia e all’unificazione, non facile, dei contratti ex Utilitalia ed ex Assoambiente, la durata del contratto è un elemento fondamentale, utile in taluni casi a raggiungere un equilibrio complessivo anche rispetto alla distribuzione nel tempo degli aumenti retributivi.
Ancora, le Associazioni Imprenditoriali hanno difeso la tenuta del CCNL di categoria, considerato all’avanguardia su temi come Salute e sicurezza (ampia normativa e ruolo attivo di una Fondazione bilaterale espressamente dedicata al tema), inclusione sociale (vedi la disciplina in materia di esternalizzazioni nonché in materia di periodo di comporto per disabili e malattie gravi, etc.).
Per quanto concerne infine la parte economica, da parte datoriale si è sottolineato che gli accordi degli altri settori non possono essere comparabili, in particolare nei settori non soggetti a regolazione quale il nostro, con le note difficoltà inerenti il riconoscimento dei maggiori costi sopraggiunti, anche in materia di costo del lavoro.
Inoltre, si è ribadito che l’intesa finale non potrà prescindere da una soluzione che consenta di dirimere gran parte del contenzioso oggi in essere nel settore, in particolare con riferimento al corretto inquadramento del personale, poiché l’incertezza dei costi, aggiunta all’eventuale importante aumento certo delle retribuzioni, non sarebbe sostenibile dalle aziende.
Le Parti hanno concordato di proseguire le trattative nei giorni 23 giugno, 1 luglio, 10 luglio e 24 luglio, con modalità di confronto e sedi da definire successivamente.