L'impresa che ottiene il provvedimento di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) attraverso una falsa rappresentazione della realtà della propria attività, rischia l’annullamento da parte della Pubblica Amministrazione (P.A.).
Questa è la pronuncia del Consiglio di Stato che con sentenza 4 giugno 2025, n. 4859 ha ritenuto corretto il comportamento di una Regione che aveva annullato il provvedimento di AIA rilasciato, ai sensi del D.lgs. n. 152/2006, ad un impianto di trattamento di rifiuti sanitari.
La cancellazione del provvedimento rilasciato all'impresa è stata disposta ai sensi dell'articolo 21-nonies, comma 2-bis della legge 241/1990 che riconosce alla P.A. la possibilità di annullare un atto emanato sulla base di dichiarazioni non conformi alla realtà.
Nel caso di specie l'impresa che chiedeva il rilascio dell'AIA aveva descritto alla Regione una situazione del luogo dove realizzare l'impianto diversa da quella reale ed in particolare, nella richiesta di autorizzazione presentata, non era stata messa in evidenza la presenza vicino all'area dove realizzare lo stabilimento, di insediamenti abitativi ed elementi "sensibili". Tale informazione avrebbe orientato in modo diverso la decisione dell'Amministrazione. Tanto è vero, affermano i Giudici che "l'Amministrazione, dopo aver accertato l'esistenza di case e scuole nelle vicinanze, ha ritenuto, con motivazione ragionevole e logica, di dare prevalenza alla tutela del diritto alla salute e dell'ambiente rispetto alle esigenze della produzione e dello smaltimento dei rifiuti." ed ha quindi proceduto ad annullare il provvedimento rilasciato.
Questa pronuncia del Consiglio di Stato rafforza l’orientamento giurisprudenziale secondo cui le autorizzazioni ambientali fondate su presupposti errati o incompleti sono radicalmente viziate, anche se formalmente rilasciate e ribadisce altresì un principio fondamentale secondo cui la legittimità dei titoli ambientali non può prescindere dalla trasparenza e dalla correttezza della documentazione progettuale. In caso contrario, l’annullamento d’ufficio è non solo possibile, ma doveroso.
Per ogni approfondimento si rinvia alla Sentenza del Consiglio di Stato allegata.