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2025/426/SAEC-SPL/FA

La Banca Mondiale ha pubblicato lo Studio sulla concorrenza nei mercati degli appalti pubblici dell'Unione Europea (“Study on Competition in the European Union’s Public Procurement Markets”), su incarico da parte della Commissione Europea.

Si ricorda che il Parlamento Europeo ha esplicitato la necessità di una revisione delle Direttive sugli appalti pubblici (Direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE), focalizzata sul potenziamento della competitività europea, ed ha chiesto alla Commissione di condurre una valutazione d'impatto approfondita. Gli appalti pubblici rappresentano infatti il 15% del PIL UE, svolgendo un ruolo chiave negli obiettivi sostenibili, inclusivi e innovativi, e garantendo al contempo concorrenza, responsabilità e trasparenza nella spesa pubblica. Le istituzioni Europee hanno quindi intrapreso la fase di valutazione dell’applicazione e dell’efficacia delle suddette norme al fine di porre in atto modifiche che mirino a rendere la materia uno strumento strategico per raggiungere la transizione verde e la resilienza dell'economia dell'UE.

Lo studio della Banca Mondiale analizza la concorrenza nei mercati degli appalti pubblici dell'UE tra il 2018 e il 2023. La metodologia utilizzata si basa sull’analisi dei dati di Tenders Elecrtonic Daily (TED) e di specifici set di dati nazionali, impiegando metriche chiave come l'affluenza dei concorrenti, l'uso di procedure competitive e la concentrazione degli aggiudicatari.

Gli obiettivi dello studio sono:

  1. Misurare i livelli di concorrenza nei mercati degli appalti pubblici dell'UE (obiettivo 1).
  2. Identificare i fattori chiave e le barriere alla concorrenza (obiettivo 2).
  3. Orientare le riforme politiche per migliorare la competitività e l'inclusività (obiettivo 3).

A tal proposito il documento in oggetto ha rilevato alcuni fattori positivi tra cui il fatto che l’utilizzo di gare aperte e concorrenziali per gli appalti pubblici è molto elevato e che vi è un buon accesso al mercato da parte di nuovi operatori. Tuttavia lo studio rileva che persistono significative disparità e barriere strutturali tra Paesi e settori.

Pertanto le raccomandazioni chiave che emergono sono:

  1. rafforzare i dati e la capacità analitica a livello UE e nazionale: aggiornare TED e i sistemi nazionali per raccogliere dati strutturati e di alta qualità su tutti gli offerenti (non solo i vincitori), i criteri di aggiudicazione e gli esiti dell'implementazione dei contratti;
  2. bilanciare flessibilità e responsabilità nei quadri normativi UE: Mantenere i principi fondamentali (trasparenza) consentendo procedure su misura per diversi tipi di mercato (es. partenariati per l'innovazione) e regole semplificate per i contratti di basso valore o destinati alle PMI;
  3. investire nella capacità di appalto: Dotare i professionisti di programmi di formazione mirati sull'early market engagement, l'uso strategico dei criteri di aggiudicazione e la gestione dei contratti;
  4. promuovere la fiducia attraverso la trasparenza e il coinvolgimento: Espandere le iniziative di open data per pubblicare i piani di appalto e gli esiti, e creare meccanismi di feedback per gli offerenti, in particolare le PMI;
  5. adottare un approccio olistico e sensibile al contesto: Le strategie devono essere adattate alle condizioni specifiche di Paese, settore e mercato, evitando soluzioni universali.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda allo studio allegato alla presente.

Per quanto di interesse si evidenzia che l’Associazione, attraverso FEAD, sta monitorando l’iter UE sul tema e sta partecipando alle fasi consultive fornendo contributi che descrivono la situazione nazionale relativa agli appalti pubblici nel settore dei rifiuti.

» 21.11.2025
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