L’ARERA ha definito l’indagine sulla tassazione del servizio rifiuti, impegnandosi ad aggiornare i criteri e ridurre le disuguaglianze per le utenze (imprese e cittadini).
Nella relazione di ARERA (deliberazione 11 febbraio 2025, n. 43/2025/R/Rif) vi è un’analisi dei diversi regimi applicati ai sensi della legge 147/2013 (tassa rifiuti presuntiva, tributo puntuale in base ai rifiuti prodotti, tariffa puntuale per il servizio reso) per poi analizzare il tasso di adempienza dei destinatari, le differenze tra utenti/cittadini e utenti/imprese e la eterogeneità dei bacini di territorio in cui gli Enti competenti applicano la tassazione.
Dall’indagine emerge che la tassazione puntuale (che sia tributo o tariffa corrispettiva) collegata ai rifiuti effettivamente prodotti è uno strumento efficace per orientare il comportamento degli utenti verso la “separazione alla fonte dei rifiuti riciclabili”, contestualmente alla riduzione della quantità di rifiuti urbani “residui (cioè non più recuperabili). Tuttavia il prelievo più diffuso è la “Tari tributo presuntiva”, determinata dai Comuni in base ai criteri indicati nel D.p.r. 158/1999.
Secondo l’Autorità “alla luce delle principali evidenze emerse, ai fini di una maggiore aderenza al principio cardine europeo del “Pay As You Throw” (PAYT), sia opportuno individuare tre aree di intervento prioritarie al fine di:
L’Autorità ritiene quindi “opportuno prevedere, nell’ambito di un successivo procedimento, la definizione di un intervento di primo riordino in materia di articolazione dei corrispettivi nel servizio di gestione dei rifiuti urbani”.
Nel far rinvio alla Delibera ARERA, in allegato, rimaniamo a disposizione per informazioni.